Rapinatore ucciso, tabaccaio condannato solo a 20 mesi

| venerdì 13 febbraio 2009

C'è stato un «errore di percezione della situazione» quando il tabaccaio Giovanni Petrali, il 17 maggio del 2003, uccise con un colpo di pistola il rapinatore Alfredo Merlino e ferì al polmone il suo complice, Andrea Solaro, con il quale aveva cercato di mettere a segno un colpo in un bar-tabacchi di piazzale Baracca, a Milano.





È per questo - ed è il presidente della Prima corte d'assise di Milano, Luigi Domenico Cerqua, a spiegarlo dopo la sentenza - che Petrali, 74 anni, è stato condannato a un anno e 8 mesi (pena sospesa) per omicidio colposo, lesioni colpose e porto illegale d'arma, a fronte di una richiesta del pm Laura Barbaini di nove anni e 6 mesi per omicidio e tentato omicidio volontari. Il giudice ha parlato di «legittima difesa putativa».

«Abbiamo valutato tutta la ricostruzione dei fatti - ha spiegato Cerqua - l'importanza delle testimonianze e delle perizie arrivando alla conclusione che ci sia stata una legittima difesa putativa, ossia erroneamente ritenuta, perchè lui in una situazione di provocazione e offesa ingiusta si è difeso agendo in quel modo». Per il pm Barbaini fu una «vendetta personale», anche se le modalità furono «odiose» perchè il tabaccaio fu schiaffeggiato e preso a pugni.

Petrali, a cui è stata riconosciuta l'attenuante della provocazione, ha spiegato: «Pensavo andasse meglio. Dispiace a tutti quello che è successo, le armi meglio lasciarle perdere e tenerle nel cassetto».


Reblog this post [with Zemanta]

0 commenti:

Blog Disabili - OltreleBarriere.net