Rapinatore ucciso, tabaccaio condannato solo a 20 mesi

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C'è stato un «errore di percezione della situazione» quando il tabaccaio Giovanni Petrali, il 17 maggio del 2003, uccise con un colpo di pistola il rapinatore Alfredo Merlino e ferì al polmone il suo complice, Andrea Solaro, con il quale aveva cercato di mettere a segno un colpo in un bar-tabacchi di piazzale Baracca, a Milano.





È per questo - ed è il presidente della Prima corte d'assise di Milano, Luigi Domenico Cerqua, a spiegarlo dopo la sentenza - che Petrali, 74 anni, è stato condannato a un anno e 8 mesi (pena sospesa) per omicidio colposo, lesioni colpose e porto illegale d'arma, a fronte di una richiesta del pm Laura Barbaini di nove anni e 6 mesi per omicidio e tentato omicidio volontari. Il giudice ha parlato di «legittima difesa putativa».

«Abbiamo valutato tutta la ricostruzione dei fatti - ha spiegato Cerqua - l'importanza delle testimonianze e delle perizie arrivando alla conclusione che ci sia stata una legittima difesa putativa, ossia erroneamente ritenuta, perchè lui in una situazione di provocazione e offesa ingiusta si è difeso agendo in quel modo». Per il pm Barbaini fu una «vendetta personale», anche se le modalità furono «odiose» perchè il tabaccaio fu schiaffeggiato e preso a pugni.

Petrali, a cui è stata riconosciuta l'attenuante della provocazione, ha spiegato: «Pensavo andasse meglio. Dispiace a tutti quello che è successo, le armi meglio lasciarle perdere e tenerle nel cassetto».


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Matrix affidato a De Filippi, volto del Tg5

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Enrico Mentana e Mediaset sono sempre più lontani. Il giornalista non fa marcia indietro: rivendica la scelta delle dimissioni da direttore editoriale, subito accettate dall'azienda: «Se uno prende una decisione in proprio, ci mette la faccia e la firma, poi non deve temere le reazioni».


Giuseppe De Filippi, conduttore Tg5 Ma anche l'azienda tira dritto: Matrix - annuncia il direttore generale informazione Mauro Crippa - tornerà in onda dopo Sanremo con un nuovo conduttore. Già ma quale potrebbe essere. I nomi che sono girati ieri sono quelli di Maurizio Belpietro, Tony Capuozzo, Claudio Brachino, Giuliano Ferrara. Ma con tutta probabilità l'uomo scelto dall'azienda per riprendere Matrix il 23 febbraio, subito dopo Sanremo, è Giuseppe De Filippi, conduttore del Tg5. Un «interno» dunque, come già si ipotizzava nei giorni scorsi.

Ma le dimissioni di Mentana e la sua sostituzione non sono l'unico elemento che movimenta il mercato editoriale. I prossimi spostamenti potrebbero essere quelli dell'attuale direttore di «Panorama» Maurizio Belpietro, a direttore del Tg5, mentre Clemente Mimun potrebbe a sua volta spostarsi sulla poltrona di direttore del Tg1. E a questo punto Gianni Riotta potrebbe spostarsi sulla poltrona di direttore del «Corriere della Sera» mentre Paolo Mieli, per concludere il giro di Domino, andrebbe a occupare un posto di vertice a Sky.

Per Mediaset, comunque, la vicenda Mentana è chiusa: «Con il suo atteggiamento ha sconfessato pubblicamente l'azienda e in questo modo si è messo fuori dalla sua logica», ha ribadito ieri Crippa. «Si può anche litigare, non essere d'accordo sulle decisioni, ma l'errore di Enrico è stato di portare queste contraddizioni all'esterno». Anzi, a dispetto dell'ira di Mentana e delle sue accuse di insensibilità, Crippa sottolinea che «hanno prevalso scelte più razionali che si sono rivelate lungimiranti», come dimostrano gli ascolti da record del Grande Fratello.

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